Quando è possibile accedere a casa per recuperare i propri beni?
Il quesito di base può essere così sintetizzato “quando l’ex coniuge può accedere all’abitazione in cui ha vissuto fino a poco tempo prima per recuperare i propri effetti personali?” Prima di rispondere a questo quesito è necessario fare un pò di chiarezza in merito. Prima di tutto: a chi rimane la casa dopo la separazione?
Chi rimane a vivere nella casa dopo la separazione?
Quando parliamo di assegnazione della casa coniugale ci possiamo trovare di fronte a diversi scenari. Nel caso in cui vi siano figli (minorenni o maggiorenni ma non autonomi a livello economico) la casa viene assegnata, dal giudice, al genitore collocatario. Diversamente, in assenza di figli o se questi sono ormai indipendenti, la casa rimane nella disponibilità del proprietario.
Quando posso tornare a casa per recuperare i miei effetti personali?
Chi non ha la disponibilità della casa non può entrare a proprio piacimento, infatti, è necessario il consenso del soggetto che vi risiede. Pare ovvio però che quest’ultimo deve consentire il recupero degli oggetti personali dell’altro. Tale circostanza fa riferimento anche al caso in cui, chi vuole rientrare in casa, sia l’effettivo proprietario. Infatti, l’assegnazione del giudice, impedisce a chiunque di entrare senza permesso.
Come recuperare i propri beni?
Ma se l’ex coniuge non mi permette di accedere alla casa? La Suprema Corte si è espressa in merito (Cass., n. 7/2014). L’ex coniuge, che non riesce a recuperare i propri effetti personali, può agire al fine di ottenere la restituzione tramite la c.d. azione di reintegrazione. Infatti, ai sensi dell’articolo 1168 del Codice Civile “chi è stato violentemente od occultamente spogliato del possesso può, entro l’anno del sofferto spoglio, chiedere contro l’autore di esso la reintegrazione del possesso medesimo.[..]“. Penalmente la condotta integra, ai sensi dell’articolo 646 Codice Penale, il reato di appropriazione indebita. “Chiunque, per procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto, si appropria il denaro o la cosa mobile altrui di cui abbia, a qualsiasi titolo, il possesso, è punito, a querela della persona offesa[..]”
Ritiro dei beni personali: alcuni possibile scenari
Con la sentenza di separazione o divorzio il giudice stabilisce a quale coniuge spetta il diritto esclusivo di abitazione. Tale diritto, come sopra detto, protegge la privacy stabilendo anche che, l’ex coniuge non assegnatario, non potrà più accedere liberamente all’immobile. Infatti, anche se in possesso delle chiavi, l’accesso non autorizzato potrebbe configurare una violazione di domicilio. L’assegnazione della casa coniugale revoca ogni precedente diritto di utilizzo.
Quindi l’ex coniuge può entrare presso l’abitazione se è ancora in possesso delle chiavi? La risposta è no. Infatti il diritto esclusivo di abitazione supera ogni pretesa basata sul possesso delle chiavi o su precedenti consuetudini.