I permessi retribuiti ex Legge 104/92: diritti e obblighi
La Legge 104/92 è una delle normative più rilevanti per la tutela dei lavoratori che assistono familiari affetti da disabilità grave. Prevede tre giorni di permesso retribuito al mese, durante i quali il dipendente può assentarsi dal lavoro per dedicarsi all’assistenza. Tuttavia, quando tali permessi vengono utilizzati per fini diversi da quelli previsti, si configura l’abuso legge 104. Questo comportamento, oltre a ledere il rapporto fiduciario tra lavoratore e azienda, può portare a gravi conseguenze legali e disciplinari.
Permessi Legge 104: un breve cenno alla normativa:
La norma che permette l’utilizzo di permessi lavorativi retribuiti è la celebre legge 5 febbraio 1992, n. 104, ossia la legge quadro sull’handicap. L’art. 33 prevede per i lavoratori con disabilità e per i loro familiari (purché ovviamente prestino opera di assistenza) tre giorni di permesso retribuito al mese o, in alternativa (a seconda dei casi), permessi orari retribuiti rapportati alle ore lavorate. Un lavoratore che presti la propria opera 6 o più ore al giorno, ad esempio, può beneficiare di 2 ore di permesso. Sotto le 6 ore giornaliere, invece, il permesso scende a un’ora soltanto. In ambito pubblico a occuparsi del corretto funzionamento di questo strumento sono stati gli enti previdenziali, come INPS e INPDAP. Ma il datore di lavoro può ricorrere ad un’agenzia d’investigazione per tutelare i propri interessi e scoprire un utilizzo illegittimo dei permessi per la legge 104 da parte di dipendenti scorretti.
Quando l’utilizzo dei permessi diventa illecito:
L’abuso legge 104 non si limita ai casi più eclatanti, come andare in vacanza o svolgere un secondo lavoro durante i giorni di permesso. Anche attività come fare shopping, dedicarsi a sport o rimanere a casa a riposare possono essere considerate illecite se non vi è un collegamento diretto con l’assistenza al familiare disabile. La giurisprudenza ha chiarito che l’elemento centrale per la legittimità dei permessi è l’esistenza di un “nesso causale” diretto tra l’assenza e l’assistenza.
In particolare, la Cassazione (sentenza n. 17102/2021) ha stabilito che anche un solo episodio di uso improprio può giustificare il licenziamento per giusta causa, senza che sia necessario dimostrare una reiterazione del comportamento.
Giurisprudenza e licenziamento per giusta causa:
I tribunali italiani, in molteplici occasioni, hanno confermato la legittimità del licenziamento per giusta causa nei confronti di lavoratori che abusano dei permessi 104. L’abuso legge 104 rappresenta infatti una violazione dei principi di correttezza e buona fede su cui si basa il rapporto di lavoro. Oltre alla perdita di fiducia, il comportamento illecito costituisce una forma di truffa ai danni dell’INPS, dato che i permessi sono retribuiti dallo Stato.
Alcune sentenze hanno inoltre sottolineato come l’attività assistenziale possa prevedere anche una certa flessibilità, ma non deve mai perdere di vista la sua finalità primaria: l’assistenza continuativa al disabile.
Abuso Legge 104: il ruolo delle Agenzie Investigative.
Per tutelarsi, le aziende possono ricorrere a Investigazioni Aziendali. La Cassazione ha sancito in più sentenze (es. n. 4984/2014) la liceità dell’utilizzo di investigatori privati, anche al di fuori dell’orario di lavoro, per verificare comportamenti fraudolenti legati ai permessi 104.
Le indagini Abuso Permessi 104/92 sono finalizzate ad accertare eventuali violazioni poste in essere dal lavoratore durante l’utilizzo di tali permessi. E’ utile sottolineare come le indagini siano utili al fine di determinare l’eventuale comportamento fraudolento posto in essere dal lavoratore. Tenendo sempre in considerazione l’ obbiettivo che il cliente vuole ottenere viene strutturata l’attività investigativa:
- Verifica degli spostamenti in orari concordati, tramite attività di monitoraggio visivo statico (c.d. appostamento) e dinamico (c.d. pedinamento);
- Utilizzo di Sistemi Satellitari Gps, così come previsto e autorizzato dal D.M. 269 del 1 Dicembre 2010;
- Al termine delle indagini viene fornito un Rapporto scritto producibile in giudizio corredato di prove fotografiche e filmati;
- Utilizzo tecniche investigative su base O.s.i.n.t. (Open Source Intelligence)
- Documentazione tramite filmati e/o foto testimonianti l’eventuale relazione extraconiugale;
- Elenco dei dipendenti che hanno effettuato l’indagine per una eventuale chiamata in qualità di testimoni in giudizio presso il tribunale competente.
Tutti elementi che permettono di redigere un Rapporto Investigativo, utilizzabile in giudizio per supportare il licenziamento o la contestazione disciplinare.
Domanda e risposta:
1. Chi usufruisce dei permessi retribuiti ex Legge 104/92 può svolgere attività personali?
I permessi Legge 104 sono finalizzati all’assistenza. Pertanto lo svolgimento di attività personali non correlate all’assistenza, come ad esempio fare una gita con amici, dedicarsi a hobby personali, ecc rappresentano una violazione delle finalità previste.
2. E se il dipendente svolge un secondo lavoro durante l’utilizzo dei permessi retribuiti ex Legge 104/92?
Lo svolgimento di altra attività lavorativo, concorrenziale o no, rappresenta una grave violazione di doveri di correttezza e buona fede. Pertanto in caso di svolgimento di altra attività lavorativa da parte del dipendente è possibile procedere al Licenziamento per Giusta Causa.
3. Quali sono alcuni esempi di violazione dei permessi retribuiti concessi ai sensi della Legge 104/92?
Tra gli esempi più ricorrenti troviamo: Il dipendente che va al mare nei giorni di permesso, Chi assiste il familiare solo in parte, dedicando il resto del tempo a commissioni personali, Chi utilizza i giorni di permesso per attività lavorative autonome, Chi si dichiara caregiver, ma non si reca mai presso il domicilio del disabile. In tutti questi casi, le prove raccolte da un’Agenzia Investigativa possono risultare decisive per dimostrare il comportamento illecito.